sabato 2 gennaio 2010

Capitolo secondo Quale risposta

Capitolo secondo: Quale risposta?

La parola ebreo di Rosetta Loy

PRESENTARICE Rosetta Loy è nata a Roma nel 1931 da padre piemontese e madre romana, cattolica, è una delle più affermate scrittrici italiane, ha vinto il premio Viareggio e il Campiello. Nel 1997 ha scritto un libro intitolato La parola ebreo, dove ricorda la sua infanzia di bambina felice, appartenente ad una famiglia borghese di Roma, e il dramma della persecuzione dei propri vicini di casa ebrei: i Della Seta e i Levi. Ricorda in particolare le visite che la signora Della Seta le faceva quando era a letto malata. Poi gli eventi precipitarono, le leggi razziali, la guerra la deportazione e la scomparsa ad Auschiwtz. La domanda fondamentale che si pone è questa: «Come è stata possibile l’indifferenza di molti, di moltissimi, anche antifascisti, di fronte alla scomparsa dei propri vicini e amici ebrei? Nel libro, che non è soltanto autobiografico, l’autrice cerca di rispondere a questa domanda, ricostruendo in modo storicamente rigoroso le vicende storiche legate alle leggi razziali e all’atteggiamento, ritenuto reticente, della Chiesa e del papa di allora Pio XII, nei confronti della questione ebraica.
Ricordiamo due frammenti autobiografici di questo libro, il primo del 1936 quando evoca il primo contatto col mondo degli ebrei. Rosetta assiste guardando attraverso la finestra dei vicini al rito della circoncisione e non capisce nulla di quello che la sua governante tedesca Annamarie le dice in risposta. Le rimane però impressa nella memoria che gli ebrei siano in qualche modo diversi, così come viene testimoniato da questo breve passo:

LETTORE «Anche la signora Della Seta è ebrea. Abita accanto a noi: è vecchia, così almeno sembra a me. Quando sono malata viene a trovarmi, io ho la febbre e il mio corpo scompare nel grande letto matrimoniale in camera della mamma. La signora Della Seta ha i capelli grigi raccolti in una retina. Mi porta un regalo. È un cestino rivestito di raso azzurro dove un bambolotto di celluloide è tenuto fermo da elastici cuciti alla fodera, un altro elastico tiene fermo un minuscolo biberon con la punta rossa. Mi sembra un regalo bellissimo: appuntati ci sono anche delle mutandine e un golfino. Adoro la signora Della Seta, anche se è ebrea».

PRESENTARICE Il secondo incontro «significativo» con il mondo ebraico è rappresentato dall’apparizione di una bambina che Rosetta incontra nei Giardini di Valle Giulia, sempre a Roma, e con cui vorrebbe giocare: la bambina è bionda e porta al collo la stella di David. Tutto qui, ne è rimasta soltanto una fugace immagine nella memoria, poi lei è sparita senza lasciare traccia.

LETTORE Quando non vado all'asilo Annemarie mi porta a Valle Giulia in uno spiazzo isolato di fianco alla Galleria d'Arte Moderna. Sono sempre infagottata con la sciarpa e il basco di lana perché non sono robusta come mia sorella Teresa. A Valle Giulia non c'è quasi mai nessuno, ma intanto io non devo giocare con gli altri bambini altrimenti posso prendermi anche le loro malattie. Poco lontano dalle panchine c'è a volte un'altra bambina destinata come me alla solitudine che rimesta nella ghiaia con una paletta colorata, accovacciata sulle gambe. (...) Anche io mi piego sulle gambe e la guardo. È bionda e i capelli le scendono giù ondulati intorno al viso dalla pelle chiarissima. Mi piacerebbe avere la sua paletta. Al collo porta una stella d'oro. Annemarie mi chiama, parla con la governante di quella bambina: è una bambina ricchissima, dicono. Forse posso giocare con lei. Torno a guardarla mentre sposta la ghiaia, sono affascinata da quella stella che dondola al sole sprizzando scintille. Le chiedo se posso toccarla. No, mi risponde, non puoi. Non vuole che mi avvicini troppo. Mentre torniamo a casa parlo a Annemarie di quella stella. È la stella di Davide, mi risponde. Madre Gregoria ci ha mostrato la figura di Davide che lancia un sasso contro Golia. Quella bambina, mi spiega, invece della medaglietta con la Madonna o Gesù Bambino, al collo porta una stella a sei punte. Non l'ha detto, ma io non so perché, ho capito che quella bambina è ebrea. Subito penso alle forbici e al sangue. L'anno tagliato anche lei? chiedo. Cosa dici, tagliato cosa? Ha parlato in tedesco. Anche io devo parlare in tedesco altrimenti non mi risponderà più. Quella stella adesso mi sembra piena di mistero. Invidio quella bambina che la porta invece della mia insipida medaglietta.

PRESENTARICE Un episodio, però, rimane scolpito nella mente di Rosetta: quando la portinaia Elsa impedisce con toni molto duri a Giorgio Levi, un ragazzo ebreo vicino di casa dell'autrice e amico di giochi di suo fratello, di salire sull'ascensore con la bicicletta. Il fatto viene commentato durante la cena e il padre di Rosetta, pur disapprovando il comportamento della portinaia, afferma: «I Levi, bravissime persone, anche se ebree...». Ancora una volta, torna l'antico pregiudizio secondo cui gli ebrei sono certamente bravissime persone, ma restano pur sempre ebrei...

LETTORE Fino a quelle urla nell'androne: il contendere è l'ascensore. La portiera Elsa è appena sbucata dalla porticina ai piedi delle scale, e urla. Suo marito, Domenico, non c'è, la guardiola è vuota. Ha occhi azzurro scuro Elsa, limpidi e feroci, e si sta ancora asciugando nel grembiule le mani umide di bucato. Non l'ho mai sentita gridare così, la sua voce è acuta, aggressiva. Giorgio Levi è appena entrato reggendo la bicicletta e fermo sul pianerottolo aspetta l'ascensore. Lei gli urla che la bicicletta non può metterla nell'ascensore, e neanche nella guardiola o da qualsiasi altra parte, e ancora urla che comunque sarebbe meglio che l'ascensore, lui, non lo prendesse per niente, intanto perché non ne ha diritto, e poi perché glielo sporca sempre di fango. Senza parlare il ragazzo solleva allora la bicicletta e comincia faticosamente a salire le scale: vedo i suoi capelli ricci, i calzoni alla zuava. Elsa lo segue con lo sguardo finché non scompare, solo allora, rassicurata, se ne ritorna giù nel buio antro della sua casa con le finestre a pelo del marciapiede. Anche se portiera, lei è ariana, e quello un miserabile giudeo.
Io e Italia siamo rimaste inchiodiate sul pianerottolo e appena l'ascensore arriva, mi infilo dentro. Aspetto con ansia che Italia richiuda la porta e prema il bottone del nostro piano: il secondo. E mentre Italia mi slaccia il paltò con il viso vicinissimo al mio, mai il suo odore di pollo mi è sembrato più confortante, confortante e rassicurante la visione della sua pelle pallida e porosa. Un balsamo il cigolio lamentoso dell'ascensore che allontana la paura, la incolla alle spalle del "ragazzo dei Levi", e nel tonfo della porta che si richiude la intrappola dentro insieme alla bicicletta portata su, gradino dopo gradino.
Quando la sera raccontiamo a casa quello che è successo, papà si mostra indignato. La riprovazione per Elsa è aspra mentre compiange i Levi, "bravissime persone, anche se ebree...", costrette a subirne le prepotenze. Elsa non mi appare più come la solerte guardiana della nostra sicurezza ma come una delatrice che dal suo antro spia e controlla ogni gesto, ogni parola. L'indignazione di papà stinge poi sui fascistissimi inquilini del piano alto, quel giovanotto sempre in camicia nera, di sicuro un informatore dell'Ovra. Fino a coinvolgere con mio grande scandalo anche il Re, definito un "tanghero senza scrupoli".
Ma la notte un dubbio arriva a stringermi le budella: se i neonati vengono lasciati in un cesto fuori la porta, chi mi può assicurare che mi abbiano lasciato davanti alla porta giusta e non fossi destinata invece a quella subito accanto, la porta dei Della Seta? Dei Della Seta che sono ebrei, "anche se bravissime persone"? Come si fa a essere sicuri, veramente sicuri, che non ci sia stato uno sbaglio e solo per errore sono stata lasciata davanti alla porta con la targhetta di ottone appena bombata che Italia lucida ogni sabato pomeriggio, su cui splende il nome di papà?

Gli ebrei ne Il secondo libro del fascista

PRESENTARICE Il testo, interamente dedicato all'ideologia e alla legislazione razzista del regime, era rivolto agli studenti delle scuole elementari e medie. Esso seguiva la pubblicazione de II primo libro del fascista (1938) incentrato sulla figura di Mussolini, sulla «rivoluzione fascista» e sulle istituzioni e organizzazioni del regime. II secondo libro del fascista è stato paragonato ai testi di catechismo diffusi nelle parrocchie alla fine dell'Otto¬cento. Gli effetti di questa politica razzista sulla scuola italiana sarebbero stati gravi. Vediamo un breve questionario sulla questione ebraica

(2 LETTORI) D. Gli ebrei nati in Italia appartengono alla nostra razza?
R. No. Gli ebrei, ovunque siano nati, non appartengono alla razza ariana.
D. Gli ebrei di nazionalità straniera possono risiedere in Italia?
R. No.
D. hi è considerato ebreo?
R. E’ considerato ebreo chi è nato da genitori di razza ebraica, anche se professa una religione diversa, o se, essen¬do nato da un matrimonio misto, professa la religione ebraica, appartiene a una comunità israelitica, o fa manifestazioni di ebraismo. Quando uno dei genitori è ebreo e l'altro straniero, il figlio è considerato ebreo; anche il figlio di madre ebrea e di padre ignoto è considerato ebreo.
D. Gli ebrei possono essere iscritti al P.N.F.?
R. No.
D. Possono prestare servizio militare in pace e in guerra?
R. No.
D. Possono ricoprire cariche pubbliche?
R. No.
D. Possono esercitare pubbliche professioni?
R. No. È soltanto ammesso che il professionista ebreo dia la propria assistenza professionale ad altri ebrei.
D. I giovani ebrei possono essere ammessi nelle scuole pubbliche e private frequentate da alunni ariani?
R. No. Per gli alunni ebrei vi sono apposite scuole elementari e medie.
D. Possono gli ebrei insegnare nelle scuole pubbliche e private?
R. Gli ebrei possono insegnare soltanto nelle scuole elementari e medie per alunni ebrei.
D. È consentito agli ebrei il possesso di case e terreni?
R. Sì, purché il valore della proprietà non superi il limite fissato dalla legge.
D. Possono gli ebrei essere proprietari, gestori, direttori di aziende?
R. Sì, purché queste aziende non abbiano carattere di servizi pubblici, non interessino la difesa nazionale, e non occupino cento o più persone.
D. Possono gli ebrei essere impiegati negli uffici pubblici o di interesse pubblico?
R. No.
D. Possono gli ebrei tenere a servizio, in qualità di domestici, cittadini italiani di razza ariana?
R. No.
D. Possono gli ebrei praticare pubblicamente la loro religione? R. Sì.
D. Perché il Regime Fascista ha preso i provvedimenti riguardanti gli ebrei?
R. I provvedimenti razziali del Regime sono stati presi per tutelare la purezza del sangue italiano e dello spirito ita¬liano e per difendere lo Stato contro le congiure dell'ebraismo internazionale.
D. Quando cominciò l'azione fascista di difesa della razza?
R. Fin dalle sue origini il Fascismo fu un movimento di difesa della razza.
D. Quale è lo scopo essenziale della politica sociale del Fascismo?
R. Scopo essenziale della politica sociale del Fascismo è quello di rendere sempre più pura, forte e potente la razza italiana.
D. Che cosa fa il P.N.F. per la razza?
R. Tutta l'attività del Partito, attraverso le organizzazioni giovanili, femminili, sportive, culturali e dopolavoristiche è volta al raggiungimento di un supremo obiettivo il miglioramento fisico e spirituale della razza

(P.N.F., Il secondo libro del fascista, Mondadori, Verona-Roma, 1940)

Cristiani ed ebrei. La posizione della Chiesa nella Dichiarazione «Nostra aetate» n. 4

PRESENTARICE La posizione della Chiesa è precisata in una della Dichiarazioni del Concilio Ecumenico Vaticano II intitolata «Nostra Aetate» e riguarda il rapporto della Chiesa con le religioni non cristiane fra le quali la religione ebraica. Sintetizziamo in breve i punti salienti del numero 4, dove se ne parla. Si ricorda che l’ebraismo e il cristianesimo sono nati dalla stessa radice, dallo stesso Dio, possiamo dire dallo stesso utero.

PRESENTARICE: Si ricorda che
LETTORE «Si ricorda il legame spirituale dei cristiani con gli ebrei, stirpe di Abramo scelto da Dio, segno di benedizione di tutti i popoli della terra»; «che l’inizio della fede e della salvezza si trovano già, nei patriarchi, in Mosè e nei profeti»; «che tutti i cristiani, figli di Abramo secondo la fede, sono inclusi nella vocazione di questo patriarca e che la salvezza è misteriosamente prefigurata nell'esodo del popolo eletto dalla terra di schiavitù». «che dal popolo ebraico sono nati gli apostoli, fondamenta e colonne della Chiesa, e così quei moltissimi primi discepoli. Secondo l'Apostolo, Paolo gli Ebrei, in grazia dei padri, rimangono ancora carissimi a Dio, i cui doni e la cui vocazione sono senza pentimento».

PRESENTARICE: Si ricorda ancora che

LETTORE: «Si ricorda che quanto riguarda l’accusa di deicidio e ciò che è stato commesso durante la passione di Cristo, non può essere imputato né indistintamente a tutti gli Ebrei allora viventi, né agli Ebrei del nostro tempo. Gli Ebrei non devono essere presentati come rigettati da Dio, né come maledetti, quasi che ciò scaturisse dalla sacra Scrittura. Curino pertanto tutti che nella catechesi e nella predicazione della parola di Dio non si insegni alcunché che non sia conforme alla verità del Vangelo e dello Spirito di Cristo».

PRESENTARICE Si ricorda infine che

LETTORE «Si ricorda che la Chiesa inoltre, detesta tutte le persecuzioni contro qualsiasi uomo, memore del patrimonio che essa ha in comune con gli Ebrei, e deplora gli odi, le persecuzioni e tutte le manifestazioni dell'antisemitismo dirette contro gli Ebrei in ogni tempo e da chiunque»

Perché si celebra «La giornata della memoria»?

PRESENTARICE La ricorrenza del 27 gennaio, è stata istituita nel 2000 (e celebrata per al prima volta l'anno successivo) "in ricordo dello sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti". Il testo della legge n. 177 del 31 luglio 2000 così recita:

LETTORE Art. 1 La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

LETTORE Art. 2 In occasione del "Giorno della Memoria" di cui all’articolo 1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico e ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere.

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