venerdì 1 gennaio 2010

introduzione

Introduzione

«Come stanno i nostri sensi? Funzionano bene? Italo Calvino, prima che la morte lo cogliesse, stava scrivendo un libro sull’argomento. Facendo una ricognizione dello stato di efficienza dei propri, si accorse che erano appannati, così come quelli dell’uomo contemporaneo: «... l’olfatto non l’ho molto sviluppato. Il gusto? Non sono un buongustaio, dicono che mangio troppo in fretta per sentire veramente i sapori, manco di attenzione uditiva, la mia sensibilità tattile è approssimativa e sono miope. I sensi però mi interessano: uno dei libri che sto scrivendo è proprio sui sensi. Ma poi sono veramente cinque? Un pensatore per cui ho un grande rispetto, il Brillat-Savarin, diceva che l’attrazione sessuale costituisce un sesto senso, che chiamava genesico»
«Sotto il sole-giaguaro è il titolo di quel libro, pubblicato postumo. I racconti sono però tre, ne mancano due: quello relativo alla vista e quello dedicato al tatto; proprio a quei due che servono per aprire il suo libro (il tatto) e incominciare a leggerlo (la vista). Il libro si può considerare completo? Alcuni pensano di sì. Noi che ci proponiamo di parlare dei sensi partiamo svantaggiati?


Perché?
Attraverso i cinque sensi possiamo percepire il mondo che ci circonda.I cinque sensi sono: la vista, l’olfatto, l’udito, il gusto ed il tatto. Descrivendo i cinque sensi ho l’opportunità di collegare più facilmente non solo gli argomenti svolti durante l’anno scolastico ma anche brani musicali e film che rendono più completa e suggestiva la mia tesina. I sensi ci racchiudono in sé “la vita”, grazie ad essi possiamo sviluppare nuove capacità e idee.





Collegamenti

VISTA: Josè Saramago (Cecità) ITALIANO, Melania G. Mazzucco (La lunga attesa dell’angelo) ITALIANO, Umberto Boccioni, Fururista (forme uniche nella continuità dello spazio) ITALIANO, scultura presente nella moneta dei 20 cent di euro, (Mutuo) DIRITTO

UDITO: Mario Rigoni Stern (introduzione Arboreto selvatico) ITALIANO, I contributo di Mario Rigoni Stern all’ ARMIR STORIA, Mauro Corona (Il giorno dei boschi che cantano)

OLFATTO: Charles Baudelaire (Corrispondenze), ITALIANO, Oscar Wilde (Il ritratto di Dorian Gray) ITALIANO, Profumo – storia di un assassino

TATTO: Rudolf Steiner (l’educazione del senso del tatto) PSICOLOGIA, (Alimentazione nello sport) ALIMENTAZIONE, Gabriele D’annunzio (Il piacere) ITALIANO, D’annunzio e l’occupazione di Fiume, STORIA

GUSTO: Pellegrino Artusi (La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene) ITALIANO-ALIMENTAZIONE, (L’Emilia Romagna) INGLESE, Chocolat (Joanne Harris), (Obesità, Bulimia, Anoressia, Ipertensione, Diabete), Italo Calvino (Sotto il sole giaguaro, Sapore,sapere) ITALIANO

La gerarchia dei sensi

«Quali sono i sensi più importanti? «. La vita dell’uomo è un «sentire» se stesso e gli altri e il mondo. Sentire ciò che viene dall’esterno. Per la Bibbia il più importante è l’udito perché Dio crea attraverso la parola. Dio disse: «Sia fatta la luce». La parola presuppone un orecchio cosmico che ascolti. Poi viene la vista. Udito è vista si contendono il primo posto; gli altri seguono a distanza. Vista e udito sono anche i sensi più precisi affidabili, presi in considerazione dalla filosofia, perché sono gli unici che ci procurano la vera conoscenza.
I sensi più pericolosi sono tradizionalmente il gusto e il tatto perché costituiscono l’esca di tutti gli altri peccati. Non si deve vivere «secondo i sensi», si diceva, e per salvarsi l’anima, era necessario «mortificarli». I peccati provengono dalla fame dei sensi. La prima «fame», a cui i monaci eremiti dei primi secoli, facevano risalire tutte le altre, era la gola. È un «appetito» forte funzionale alla vita e quindi alla sopravvivenza, analogo a quello della lussuria. Il digiuno era considerato quindi la forma più alta di ascesi.
«La graduatoria attuale vede la vista sopravanzare l’udito, mentre gli altri tre rimangono indietro. «La vista, lo sguardo, il guardare, l’osservare sono diventati essenziali per la costruzione del sapere; la gerarchia dei sensi è stata modificata dalla scoperta della scrittura, che ha segnato non solo un progresso tecnico, ma ha determinato una vera e propria svolta nella costruzione dei quadri di conoscenza, privilegiando il vedere rispetto all’udire e affinando il modulo della percezione preposto alla scrittura e alla lettura. Si passa dalle storie raccontate alle storie viste.
I Giapponesi sono per noi come dei marziani, per certi aspetti, o i pigmei. Per esempio il sistema cromatico che hanno i Giapponesi o il gusto tattile che hanno loro, noi non l'abbiamo. Per esempio molte tradizioni di civiltà asiatiche, da quelle dell'antica Persia a quelle dell'India a quelle dell'attuale Giappone hanno il gusto del toccare, che noi non abbiamo. Per esempio un oggetto giapponese bello, ad esempio una teiera, è liscia in un certo modo o una scatola di legno è fatta con certe avvertenze, con certe rugosità. Noi non ci rendiamo conto per esempio che la tradizione giapponese non ama la simmetria. C'è una sorta di disarmonia prestabilita che l'arte moderna ha riscoperto. Per cui tutta l'arte europea tra la fine dell'Ottocento e gli inizi del Novecento ha scoperto tutto ciò che l'arte classica, che era legata a queste nozioni di precisione, aveva rifiutato. Quindi si è scoperta l'arte negra con il periodo dei fauves, si è scoperta l'arte cinese, l'arte giapponese. C'è stato un periodo di giapponeserie. Tutta l'arte liberty, floreale per esempio, nasce da questo arrivo in Europa di modelli giapponesi. Quindi non dobbiamo essere troppo presuntuosi. C'è uno scambio ineguale, nel senso che l'Occidente ha esportato molte volte, nel bene e nel male, molto di più degli altri, però tante cose sono venute da fuori. Per esempio la porcellana noi non la conoscevamo se non copiandola dai Cinesi, come la seta o altre cose».i

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