venerdì 1 gennaio 2010

4. Il tatto

Tatto – contatto –


«Primo senso a formarsi nel feto, il tatto comprende numerose sensazioni che sono raccolte dalla nostra pelle attraverso migliaia di recettori specifici. Solo nella mano ne abbiamo circa 20.000. Grazie a loro, riconosciamo una carezza, un pizzicotto, una sensazione tiepida e una gelida, una spina nel piede o il dolore. Tutto passa dalla pelle, attraverso un immenso vestito che ci fa sentire vivi e incontrare il mondo»
L’educazione del senso del tatto

«Nella ricerca del senso del tatto Rudolf Steiner, scrittore, pedagogista filosofo, fondatore della antroposofia e di una scuola pedagogica, afferma sui cinque sensi:
«No per me i sensi sono 12, suddivisi in 3 categorie. I quattro sensi inferiori, ovvero i sensi legati alla corporeità che sono: tatto, vita, movimento, l’equilibrio; I quattro sensi intermedi, ovvero i sensi che governano gli aspetti legati all’anima: olfatto, gusto, vista, calore; I quattro sensi superiori, detti anche sensi sociali, rivolti alla connessione dell’uomo alla sfera spirituale: udito, parola, pensiero, senso dell’io.
Il senso del tatto è pienamente formato a sette settimane di gestazione, quando il feto è lungo due centimetri. Attraverso il tatto sperimentiamo la differenza tra la distanza e la vicinanza. Un bambino che ha ricevuto una sana educazione del senso del tatto, che è stato curato, pulito, coccolato, ha potuto godere di un periodo prolungato accanto alla madre e per questo svilupperà una grande sicurezza di sé».

Attraverso il tatto abbiamo la possibilità di svolgere determinate attività sportive che richiedono il più delle volte sforzi eccessivi per tempi medio lunghi. Questo dipende però dalla tipologia di attività sportiva che si svolge. Chi svolge attività sportiva ha bisogno di introdurre all’interno del proprio organismo quantità maggiori di cibo e liquidi.



Alimentazione nello sport

L’ Individuo che pratica attività sportiva va considerato semplicemente come un soggetto sano caratterizzato da necessità energetiche superiori a quelle normali.
L’ atleta deve ricavare tutta l’energia che gli serve dai normali alimenti, scegliendoli, consumandoli e alternandoli secondo le stesse regole che valgono per tutti gli individui sani.
La sola variante è costituita dal fatto che i consumi degli alimenti saranno proporzionalmente e misuratamente aumentati, in relazione alle maggiori necessità energetiche, determinate dal tipo di attività fisica svolta.
In generale, le attività fisiche si possono distinguere in:
anaerobiche: vale a dire effettuate in carenza di ossigeno e svolte per brevissimi periodi di tempo come, per esempio, corse sui 100 – 200 m, lancio del peso, sollevamento pesi, lancio del disco;
aerobiche: caratterizzate da più lunga durata e resistenza nello sforzo muscolare come, per esmpio, sci di fondo, nuoto, ciclismo su strada, canotaggio, maratona, escursionismo alpino.
Spesso, molti esercizi atletici comportano alternativamente fasi di attività anaerobica e fasi di attività aerobica, dipendentemente dall’impiego muscolare richiesto.
In ogni caso, la dieta dell’atleta andrà personalizzata sia in relazione al maggior fabbisogno energetico, sia sulla base dei diversi impegni di gara. In generale, il dispendio energetico può arrivare complessivamente a 300 – 4500 kcal quotidiane, a seconda dell’ intensità e della durata del lavoro svolto, del tipo stesso di lavoro, delle condizioni ambientali.
La dieta potrà essere elaborata considerando la seguente ripartizione di nutrienti:
• proteine 15%
• lipidi 25-30%
• glucidi 55-60%
acqua 1,5-2,5 l acqua assunti tra i pasti
Si potrà quindi diversificare l’ alimentazione considerando il periodo di allenamento, di gara, di recupero.
Durante l’allenamento, le proteine svolgono un ruolo importante per il trofismo delle aumentate masse muscolari e si raccomandano mediamente i valori di 1,5-1,8 g/kg di peso corporeo. È comunque consigliato un esagerato apporto proteico per i danni renali ed epatici che ne possono derivare. Il rapporto proteine animali/proteine vegetali che viene consigliato dovrà essere maggiore o uguale a 1.
La quota lipidica non deve superare il 30 % delle calorie totali, ed il rapporto ottimale lipidi vegetali/ lipidi animali dovrà essere uguale o maggiore di 2. La ripartizione degli acidi grassi è consigliata nelle seguenti proporzioni: 30% saturi, 35% monoinsaturi e 35% polinsaturi.
I carboidrati sono particolarmente importanti nella dieta dello sportivo e, costituiscono la quota percentuale restante alimentare, pari a circa il 55-60% delle calorie totali. Di questa quota, circa l’80% sarà costituito da amido, mentre il restante 20% sarà costituito da glucidi semplici. Mediante una dieta adeguata e con metodiche particolari, è possibile aumentare nell’organismo le riserve di glicogeno epatico e muscolare: tale meccanismo è noto come “supercompensazione di glicogeno”. Il fabbisogno idrico è molto importante e mediamente viene valutato in 40-50 ml/kg di peso corporeo, oppure in 1 ml di acqua per caloria assunta.
Con la sudorazione si perdono anche molti Sali minerali che devono essere opportunamente reintegrati. Anche il fabbisogno di vitamine sarà generalmente più elevato, in relazione alle maggiori esigenze di tipo metabolico.
La dieta nella fase di competizione o di gara, non sarà particolarmente ricca o abbondante, ma si darà maggiore importanza all’ apporto glucidico (inteso come amidi) a scapito di quello proteico e lipidico. L’ atleta dovrà mangiare 3 o 4 ore prima dell’ inizio della gara, evitando di appesantirsi. Consumare molti zuccheri semplici è controproducente per l’iperglicemia che si verifica e la conseguente risposta insulinica e ipoglicemica aggravata dallo sforzo.
Secondo le tipologie di sport praticati, ci sono poi le razioni intracompetitive che permettono di “ricaricare” l’atleta. Le razioni di recupero post-gara dovranno invece essere elaborate pensando0 a ricostruire le riserve energetiche perdute con l’esercizio fisico, senza tuttavia appesantire o affaticare l’organismo con razioni troppo abbondanti.

Gabriele D’Annunzio, Il piacere

Gabriele D’Annunzio nel romanzo Il piacere, esalta nel protagonista Andrea Sperelli, un super uomo poeta, «imbevuto d’arte», che dedica la sua vita alla ricerca dei più raffinati piaceri e tra questi naturalmente quello proveniente dal tatto e dal con-tatto amoroso. In questo brano il tocco delle mani degli amanti, Andrea ed Elena, avviene attraverso la mediazione di raffinati oggetti preziosi che comunicano «un indefinibile diletto».
All’interno del romanzo sono evidenti i caratteri del Decadentismo europeo. In un’atmosfera di passioni edonistiche,si muove il protagonista, Andrea Sperelli, un prototipo di uomo “decadente”, avido di piaceri, convinto di dover fare della sua vita un’opera d’arte. È innamorato di Elena Muti che ha lasciato e invano si stordisce con altri amori. Crede di aver trovato un altro amore in Maria Ferres, ma quando distrattamente la chiama col nome di Elena, ella fugge inorridita. Andrea Sperelli rimane solo davvero, sempre più compreso nella sua inutilità.

D’Annunzio e l’occupazione di Fiume

Gabriele D’Annunzio ha partecipato con la grande veemenza oratoria alla campagna interventista e nel 1915 organizzò un clamoroso volo su Vienna per distribuire migliaia di volantini tricolori sulla città. Celebri sono anche i suoi motti legati alla retorica militarista e fascista come il saluto “eia, eia ala la”.
Durante la crisi del primo dopoguerra, dopo i deludenti risultati dei trattati di pace, Gabriele D’Annunzio conia il mito della “vittoria mutilata”e organizza la famosa marcia su Ronchi per la conquista della città di Fiume, che era stata assegnata dalla Yugoslavia.
In seguito al trattato di Rapallo Giolitti trasforma Fiume in uno stato libero e indipendente, tutelato dalla Società delle Nazioni e costringe Gabriele D’Annunzio a ritirarsi.
Visse gran parte della sua vita in quella prigione dorata, in quella villa-museo chiamata il Vittoriale degli italiani, a Gardone Riviera sul Garda circondato da oggetti preziosi e cimeli di tutta una vita dove morì nel 1938 nel suo studio. Celebrato ma anche temuto dal fascismo, si è sempre dimostrato tenacemente contrario all’alleanza dell’Italia con la Germania. Ha goduto di una fama e di un prestigio europeo: era considerato il più famoso scrittore dell’epoca, conteso in tutta Europa.

- Uno! Due! Tre!
Il colpo di martello diede il possesso dell'elmo fiorentino a Lord Humphrey Heathfield. L'incanto ricominciò di nuovo su piccoli oggetti, che passavano lungo il banco, di mano in mano. Elena li prendeva delicatamente, li osservava e li posava quindi innanzi ad Andrea, senza dir nulla. Erano smalti, avorii, orologi del XVIII secolo, gioielli d'oreficeria milanese del tempo di Ludovico il Moro, libri di preghiere scritti a lettere d'oro su pergamena colorita d'azzurro. Tra le dita ducali quelle preziose materie parevano acquistar pregio. Le piccole mani avevano talvolta un leggero tremito al contatto delle cose più desiderabili. Andrea guardava intensamente; e nella sua imaginazione egli trasmutava in una carezza ciascun moto di quelle mani. «Ma perché Elena posava ogni oggetto sul banco, invece di porgerlo a lui? »
Egli prevenne il gesto di Elena, tendendo la mano. E da allora in poi gli avorii, gli smalti, i gioielli passarono dalle dita dell'amata in quelle dell'amante, comunicando un indefinibile diletto. Pareva ch'entrasse in loro una particella dell'amoroso fascino di quella donna, come entra nel ferro un poco della virtù d'una calamita. Era veramente una sensazione magnetica di diletto, una di quelle sensazioni acute e profonde che si provan quasi soltanto negli inizi di un amore e che non paiono avere né una sede fisica né una sede spirituale, a somiglianza di tutte le altre, ma sì bene una sede in un elemento neutro del nostro essere, in un elemento quasi direi intermedio, di natura ignota, men semplice d'uno spirito, più sottile d'una forma, ove la passione si raccoglie come in un ricettacolo, onde la passione s'irradia come da un focolare.
«E' un piacere non mai provato» pensò Andrea Sperelli anche una volta.
L'invadeva un leggero torpore e a poco a poco lo abbandonava la conscienza del luogo e del tempo.»


Poesia di Pablo Neruda. Le tue mani

La cura del tatto avviene attraverso i baci e le carezze. Neruda (tratta dal libro "Poesie d'amore e di vita")

Quando le tue mani muovono,
amore, verso le mie,
cosa mi portano in volo?
Perché si sono fermate
sulla mia bocca, all'improvviso,
perché le riconosco
come se una volta, prima,
le avessi toccate,
come se prima di esistere
avessero già percorso
la mia fronte, la mia cintura?

La loro morbidezza giungeva
volando sul tempo,
sul mare, sul fumo,
sulla primavera,
e quando tu hai posato
le tue mani sul mio petto,
ho riconosciuto quelle ali
di colomba dorata,
ho riconosciuto quella creta
e quel colore di grano.

Per tutti gli anni della mia vita
ho vagato cercandole.
Ho salito scale,
ho attraversato scogliere,
mi hanno trascinato via treni,
le acque mi hanno riportato,
e nella pelle dell'uva
mi è sembrato di toccarti.
Il legno di colpo
mi ha portato il tuo contatto,
la mandorla mi annunciava
la tua morbidezza segreta,
finché si sono strette
le tue mani sul mio petto
e lì come due ali
hanno concluso il loro viaggio.

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